“Libertà: L’esser libero, lo stato di chi è libero: amo la mia libertà; non posso rinunciare alla mia libertà; se si riducono i margini della scelta individuale, aumenta il gusto della libertà; la libertà dell’uomo, dell’individuo. Si oppone direttamente a schiavitù, prigionia. (Voc. Treccani)”

È una parola che usiamo spesso, un concetto al quale siamo molto legati, fa parte integrante del mondo nel quale siamo, fortunatamente, cresciuti. Libertà di pensiero, libertà di parola, libertà di circolazione, io sono libera di fare quello che voglio… Nella realtà dei fatti, poi, sappiamo avere moltissimi limiti. Il concetto di libertà ha da sempre stimolato filosofi, studiosi, scienziati, scrittori, religiosi e sapienti di ogni cultura e periodo storico nella produzione di testi che diano un pieno significato di questa parola, ma come si fa? Anche la libertà è vincolata alla società nella quale essa viene esercitata, si tratta di un argomento troppo vasto e complicato da essere affrontato nella sua interezza. Altra cosa, invece, la visione parziale e limitata a singoli ambiti dove è più immediato formulare delle applicazioni plausibili e significative, individuando scenari dove sia più immediato trovare i confini della nostra libertà. 

Ma non sono i limiti il mio argomento di oggi. Recentemente ho riletto un pensiero diverso sulla libertà: la libertà è nell’autonomia di fare le cose, non nella distanza dai limiti.

Ad esempio: un viaggio all’estero diventa più semplice, e più gradevole, se parlo almeno una lingua che mi permetta di comunicare, di leggere un orario della metropolitana per potermi muovere in serenità, di interpretare la didascalia sotto l’opera d’arte di un museo, di capire che sto ordinando un panino al prosciutto e non un panino con la marmellata. La conoscenza di una lingua usata nel paese dove mi trovo mi rende libera di muovermi, mi rende autonoma. 

Allo stesso modo sono libera di gestire le mie giornate, e i miei figli, se sono autonoma negli spostamenti. Sono libera di gestire le mie risorse anche economiche se sono in grado di leggere il contratto di un conto corrente bancario e di fascicolare le bollette. Probabilmente non sono in grado di cambiare un pneumatico forato, ma ho le risorse, e la libertà, per chiamare il carro attrezzi. Sono libera di fare quello che voglio, quando voglio, se so cosa fare e come farlo.

In quest’ottica la libertà è strettamente connessa al sapere, e maggiore è il sapere, maggiore diventa la mia libertà. Più cose conosco, più sarò in grado di destreggiarmi tra mille documenti e impegni, più cose so fare da sola, senza l’aiuto di nessuno, e più mi sento libera da vincoli, e aiuti, di altre persone, che forse non sono tanto disinteressate nel darmi il loro aiuto.

Avere la capacità di poter fare tante cose, e quindi anche di essere libera, crea un ambiente favorevole e stimolante, anche in famiglia. Recentemente mia figlia, ormai 16enne, un giorno mi ha detto: “Mamma, io non sono come te che apri il frigo, che a me sembra vuoto, e dopo 45 minuti abbiamo la tavola imbandita”. Dall’inizio delle vacanze la mattina se ne sta a casa da sola, e oggi, al mi rientro, ho trovato un bel piatto di verdure grigliate e bruschette con i pomodorini pronte: un passo verso la libertà di preparare, per sé stessa e per gli altri, un pasto gradevole e per non dipendere da nessuno per mangiare (fino a poco fa, se non contenta di quanto in tavola, si faceva una tazza di latte…!)

Farci aiutare dai nostri figli, compatibilmente con la loro età e le loro capacità, nelle faccende domestiche,  aiuta noi e rende autonomi loro, per non mandare nel mondo delle amebe che non sono in grado di tirarsi su i calzini da soli (e non è facile, ma a volte sarebbe meglio cercare di ricordare come eravamo noi, bambini e adolescenti… un ottimo esercizio di memoria che spesso appiana tanti dissapori). E quindi ben venga che tante cose imparino, anche fuori dalla scuola, saper fare  per essere liberi, per essere autonomi.

Lo stesso per noi: non è mai troppo tardi per imparare, per mettersi in gioco, per ampliare le proprie conoscenze, anche attraverso corsi di formazione, cercando magari il supporto di altre nella nostra stessa situazione. Primo scoglio da superare: la nostra forza di gravità. Come un razzo, che per superare l’atmosfera ha bisogno di moltissimo carburante per vincere la forza di gravità e poi raggiunge le stelle, anche per noi lo scoglio maggiore è staccarci dalle nostre abitudini e dal “non posso, non riesco…”: battute le nostre consuetudini, il resto è più semplice, molto più semplice. E libero.

Chiara Stoppa